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Ritardo mentale e sindromi genetiche

In classe o fuori?

A partire dagli anni attorno al 1977 (legge 517) la prassi di portare l'allievo con disabilità fuori dalla classe per attuare un insegnamento individualizzato da parte dell'insegnante di sostegno si è sempre più ridotta.

La motivazione fondamentale che porta gli insegnanti a far uscire l'allievo dalla classe è ben comprensibile e per certi aspetti condivisibile: attuare un insegnamento individualizzato in un contesto privo di distrazioni. A ben pensare proprio considerazioni di questo tipo avevano storicamente portato alla nascita delle scuole speciali e delle classi differenziali. Purtroppo il raggiungimento di questo obiettivo comporta alcuni aspetti negativi:

  • viene a mancare l'interazione con i coetanei, ritenuta cruciale per favorire l'integrazione (reciproca);
  • aumenta il rischio di deresponsabilizzazione degli insegnanti curriculari, in quanto si delega all'insegnante di sostegno il rapporto con l'allievo con disabilità (vedi Vianello, 1999). 

Le persone con disabilità intellettiva possono votare? Se si, devono o possono essere accompagnate nella cabina elettorale?

Con il compimento della maggiore età tutte le persone, anche le persone con disabilità intellettiva, acquisiscono il diritto di voto, che è riconosciuto anche a coloro che sono stati interdetti (l'art. 11 della Legge n. 180/78, ha abrogato il punto 1, art. 2, del DPR 20 marzo 1967, che precedentemente ad essi lo negava). Le persone con disabilità intellettiva devono entrare in cabina elettorale da sole, e non possono ricorrere all'opportunità del Voto Assistito. Questa circostanza infatti è prevista esclusivamente in presenza di impedimenti di carattere fisico riconducibili a cecità, amputazioni delle mani, paralisi degli arti superiori o da altro impedimento di analoga gravità. A meno che le persone con disabilità intellettiva non presentino anche tali condizioni, il ricorso al voto assistito non è previsto per loro (art. 55 e 56, Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche e, per le elezioni amministrative art. 41, D.P.R. 16 maggio 1960 n. 570). 


Quali sono le cause della Sindrome di Down?

Le cause della sindrome di Down sono ancor oggi sconosciute.
Molti studi sono stati fatti, ma ancora non è possibile fornire una chiara spiegazione sul perché l'evento sia avvenuto in una coppia piuttosto che in un'altra. Nella maggior parte dei casi la coppia può avere altri figli senza la sindrome.
Le uniche cose sicure e dimostrate nella sindrome di Down sono:

• nel 99% dei casi, pur essendo una condizione "genetica", non è ereditaria;
• non può essere attribuita a comportamenti materni o eventi avvenuti durante o prima la gravidanza;
• l'incidenza aumenta con l'età riproduttiva dei genitori, con una influenza dell'età materna più evidente di quella dell'età paterna, ciò è legato alla diversa fisiologia delle cellule riproduttive femminili da quelle maschili;
• la sindrome di Down si verifica a 20 anni come a 40, anche se la frequenza media è diversa: 1 su 1.600 a 20 anni, 1 su 100 a 40. 


Come e quando si chiede la nomina dell'insegnante per il sostegno?

In vista della formulazione degli organici di fatto (maggio - giugno), il Dirigente Scolastico, anche su richiesta della famiglia o di un docente della classe, deve convocare il GLH Operativo di cui all'art. 12 comma 5 della Legge n° 104 del 1992, affinché venga formulato dagli insegnanti, dalla famiglia e dagli operatori socio-sanitari il PEI (Piano Educativo Personalizzato) ed il conseguente Progetto didattico personalizzato. In tale sede, sulla base della Diagnosi Funzionale e del Profilo Dinamico Funzionale (PDF), vengono formulate le richieste di tutte le risorse necessarie caso per caso, tra cui anche le ore di sostegno che, a seguito della Sentenza della Corte Costituzionale n° 80 del 2010, possono essere in deroga al rapporto medio nazionale di 1 a 2, nei casi certificati di gravità non compensabile con la presenza di assistenti per l'autonomia o la comunicazione forniti dagli Enti Locali. 


Si ha diritto alla continuità del docente per il sostegno?

Se trattasi di docente di ruolo egli ha l'obbligo di permanere per 5 anni su posto di sostegno dovendosi rispettare il principio della continuità educativa di cui all'art. 14 comma 1 della Legge n° 104 del 1992. Superati però i 5 anni il docente ha diritto a trasferimento o su posto di sostegno in altra sede o su cattedra comune.
Se trattasi di docente con nomina a tempo determinato, purtroppo l'alunno non ha diritto alla continuità negli anni successivi dal momento che il contratto dura solo per un anno e l'anno successivo scattano le nuove graduatorie. In tali casi, con l'accordo dell'insegnante, si può tentare di chiedere una sperimentazione di continuità didattica ai sensi dell'art. 13 comma 1 lettera e della legge n° 104 del 1992. Non è facile ottenere tali sperimentazioni a meno che il docente non si trovi nella parte alta delle graduatorie permanenti per le immissioni in ruolo.


Disabilità intellettive o disabilità cognitive?

Può essere opportuno cercare di distinguere "disabilità intellettive" da "disabilità cognitive". Con l'ultima espressione ci si riferisce a qualcosa di più ampio, in quanto si considerano anche disabilità non intellettive, come le "learning disabilities" o "learning disorders" (disturbi di apprendimento, nella prassi italiana) o le carenze cognitive tipiche di individui con sindrome di Asperger (detti anche, semplificando molto, "autistici intelligenti") e normale intelligenza.
Analogamente non ci sono dubbi che disturbi dell'attenzione, della capacità di concentrarsi e di memoria siano disabilità cognitive. Non sempre esse sono disabilità intellettive, in quanto non sempre comportano prestazioni inferiori in test di intelligenza.
Infine possiamo sottolineare che anche le disabilità sensoriali potrebbero rientrare nelle disabilità cognitive (ma non in quelle intellettive), in quanto comportano carenze nelle conoscenze percettive. 


I servizi come possono andare incontro ai bisogni dei giovani con ritardo mentale?

I bambini con Ritardo Mentale possono essere considerati come bambini a rischio - da fattori biologici, psicologici e sociali ognuno dei quali interagisce e necessita intervento e supporto in tutte queste aree. Sono richiesti molteplici servizi e professionisti per indirizzare adeguatamente i bisogni individuali; per promuovere uno sviluppo il più normale possibile e per prevenire I'insorgere di handicap secondari ai quali questi bambini sono molto inclini. Servizi diversi predominano con il loro contributo in età diverse: pediatri e team di esperti dello sviluppo del bambino nell'età prescolare, psichiatri specialisti e servizi psicologici per i giovani nell'età che va dalla fanciullezza all'adolescenza.
Qual è la prevalenza di problemi mentali e comportamentali nei bambini con ritardo mentale?
C'è una maggiore incidenza di disturbi comportamentali e mentali nei bambini con Ritardo Mentale confrontati con i coetanei non ritardati. Questo è dovuto a una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Nella seguente percentuale di bambini à stata diagnosticato un disturbo psichiatrico identificabile:

  • 7% di bambini nella popolazione generale
  • 12% di bambini con un disturbo o una disabilità fisica
  • 33% di bambini con disfunzioni carebrali
  • 50% dí bambíní con grave Ritardo Mentale 

Quali sono le cause dei problemi mentali e comportamentali nei giovani con ritardo mentale?

Esistono molte cause. Di solito parecchie di esse saranno responsabili delle difficoltà affrontate da ogni bambina. Queste includono:
COSTITUZIONALI
Come in ogni persona giovane, il temperamento individuale, che è di per sé fortemente determinato geneticamente, contribuirà in modo sostanziale riguardo come il bambino reagirà alle esperienze, e cosi la natura e l'intensità dei disturbi mentali e comportamentali. Anche la presenza di una specifica causa genetica (come l'X-Fragile o la sindrome Prader-Willy) determinerà a quali sfide comportamentali e dello sviluppo è probabile si vada incontro.
MEDICHE
Disturbi comportamentali possono essere la conseguenza di una condizione medica, per esempio diabete o epilessia. Può essere anche il segno di un disagio fisico in un bambino che non riesce a comunicare bene, per esempio la presenza di forte dolore dovuta a appendicite o ad una frattura.
La forma di autolesionismo di battere il lato della testa è la causa ben riconoscibile di infezioni dell'orecchio medio (otite media). L'epilessia può presentarsi come un comportamento disturbato anche quando è mantenuto il pieno stato di coscienza. I disturbi psichiatrici si presentano spesso con problemi comportamentali e sebbene le sindromi psichiatriche più gravi come la schizofrenia e la depressione maniacale siano rare nei bambini con Ritardo Mentale, esse ricorrono più spesso in questo gruppo che nei bambini con funzioni intellettuali nella media.
Danni cerebrali possono essere la causa sia di Ritardo Mentale che di disturbi del comportamento. Anche le medicine possono essere un contributo.
DELLO SVILUPPO
Il comportamento può essere appropriato allo stadio di sviluppo raggiunto. E' la discrepanza che spesso esiste fra i progressi che un giovane raggiunge nello stato fisico, forza e abilità motorie, e le sue capacità limitate in campo intellettuale, sociale e emozionale che crea problemi.
COGNITIVE
Non sono le "cose" di per se stesse che ci disturbano ma la visione che abbiamo di esse. Cosi la reazione degli altri alle disabilità dell'individuo è cruciale ma lo è anche la reazione dell'individuo con Ritardo Mentale alla loro percezione dello stigma associato con l'essere un disabile e la loro percezione delle reazioni degli altri. Questo spiega perchè il consulente personale e l'educazione pubblica devono sempre andare mano nella mano.
FAMILIARI
Certi disturbi mentali o del comportamento in un giovane con Ritardo Mentale possono essere la reazione comprensibile alle tensioni familiari, psicopatologie o emozioni espresse. Ciò può prendere la forma di una reazione alla persistente angoscia familiare o alla tristezza cronica, ansie riguardanti il passato, il presente, il futuro, o a conflitti intra-familiari.
Alcune malattie mentali hanno una componente genetica come ad esempio le psicosi maniaco-depressive, e sono cosi piü probabili in un individuo (con o senza Ritardo Mentale) dove c'è una storia familiare positiva.
SOCIALI
I problemi comportamentali possono essere la comprensibile reazione agli eventi della vita, alle persistenti difficoltà di comunicazione con l'associata frustrazione, privazioni sociali, istituzionalizzazioni o infantilizzazione (essere trattato senza motivo come un bambino).
EMOZIONALI
I bambini con Ritardo Mentale sono a rischio di uno sviluppo abnorme delle emozioni, cadendo in forme di attaccamento morboso e sviluppano strutture della personalità con deficienze.
Questi bambini sono predisposti a reagire a situazioni stressanti con sintomi psicopatologici che includono ansia e disturbi depressivi.
EDUCATIVI
Programmi educativi che puntino a livelli o troppo alti o troppo bassi possono contribuire allo sviluppo di disturbi mentali e comportamentali a causa o della noia o della frustrazione e del turbamento.
Anche il posizionamento educativo stesso,può contribuire. Imparare insieme ad un gruppo di coetanei disabili può esporre il bambino con Ritardo Mentale a modellare comportamenti inappropriati e maladattativi.
Viceversa, imparare con un gruppo più capace di compagni può sottolineare proprio quanto sono disabili i bambini con Ritardo Mentale, lasciandoli liberi di fare prepotenze e disturbare, di isolarsi socialmente, di sviluppare una disistima di se stessi.
IMPARARE IN MODO MALADATTATIVOTutto ciò detto sopra può interagire con la propensione del bambino ad imparare risposte inadeguate e maladattative a situazioni dove c'è un problema a migliorare l'attenzione, evitare interazioni sociali, o fare a modo proprio. 


Quali diagnosi psichiatriche possono essere riscontrate in bambini con ritardo mentale?

Tutte le diagnosi psichiatriche che si riscontrano nei bambini senza ritardo, possono essere riscontrate anche in quelli con ritardo.
Alcune condizioni psichiatriche come l'iperattività, disturbi del comportamento e dell'adattamento sono, comunque, più frequenti in bambini con Ritardo Mentale. I bambini con Ritardo Mentale sono anche più vulnerabili agli eventi stressanti, alle perdite e ai cambiamenti dell'ambiente.

Per maggiori informazioni, consultare l'area dedicata 



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Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - U.O. Neuropsichiatria Infantile

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